WEBINAR INTRODUTTIVO GRATUITO BABY SIGNS®

WEBINAR INTRODUTTIVO GRATUITO BABY SIGNS®

Sabato 18 Dicembre alle ore 11.30 sulla piattaforma ZOOM, si terrà il WEBINAR INTRODUTTIVO GRATUTIO BABY SIGNS®. 

Si tratta di un incontro online, della durata di circa 45 minuti, in cui verrà presentato il Programma Baby Signs, chiarendone gli obiettivi, i destinatari diretti e gli importanti benefici rilevati da oltre 30 anni di ricerca condotta in America. Si lascerà naturalmente spazio per accogliere e chiarire ogni dubbio e curiosità da parte di tutti i presenti.
Verrà inoltre presentato il Format “Workshop Baby Signs per Genitori”.

L’incontro è progettato per genitori di bambini molto piccoli (0-24 mesi) e a futuri genitori, tuttavia è aperto a chiunque sia interessato a conoscere questa opportunità di arricchimento della comunicazione caregiver bambino.
Educatori, Pediatri, Psicologi, Terapisti (…e non solo!) saranno quindi i benvenuti!

Clicca sul seguente link per avere maggiori informazioni e procedere con l’iscrizione!

https://forms.gle/wNnpsYYWCu4qHWAFA

Ti aspetto!

 

IL PROGRAMMA BABY SIGNS®

IL PROGRAMMA BABY SIGNS®

Ciao a tutti!

Con grande piacere e soddisfazione vi informo che nel mese di Novembre ho conseguito la certificazione per Istruttrice Baby Signs®.

 

Di cosa si tratta?

 

Il Programma Baby Signs ® è un programma di comunicazione gestuale (segnata) sempre in accompagnamento al linguaggio verbale nato negli Stati Uniti da due ricercatrici di psicologia infantile supportate dal National Institute of Health e presente in Italia dal 2015. Propone al bambino segni facili da realizzare che gli consentono di comunicare i propri bisogni, interessi e stati d’animo prima ancora di imparare a parlare.

E’ rivolto a tutti i bambini di età compresa tra 0 e 24 mesi o comunque a tutti quei bambini che mostrano di “voler comunicare”, ma che non possiedono ancora la capacità per farlo attraverso l’utilizzo della parola. 

Per i bambini il Programma è molto semplice da attuare  perché  per loro è del tutto naturale comunicare attraverso la gestualità, dal momento che lo fanno sin dai primi mesi di vita in modo del tutto spontaneo indicando ciò che vogliono, porgendo la mano aperta per richiedere qualcosa, fino ad inventare e/o utilizzare dei veri e propri segni. Il bambino che utilizza i segni, rendendosi conto di avere un effetto chiaro ed immediato sul mondo che lo circonda, percepisce di essere un bravo comunicatore. Questo alimenterà un circolo virtuoso che lo incoraggerà a comunicare sempre più, prima coi i segni e poi con le parole!

Vuoi approfondire?

  • Iscriviti al Webinar Introduttivo gratuito Baby Signs ®
  • Partecipa al Workshop Baby Signs ® per genitori, un incontro della durata di 3 ore che si svolge online o in presenza per :
    – Conoscere la storia del Programma e la ricerca su cui si basa;
    – Scoprire i numerosi benefici che l’uso dei segni comporta;
    – Imparare come inserire con semplicità i segni nella quotidianità;
    – Familiarizzare con i primi segni.
  • Visita il sito: https://www.babysignsitalia.com

I corsi sono tenuti da Istruttori Certificati Baby Signs ®.

 

Per ulteriori informazioni contattami attraverso l’apposito form presente nella sezione “Contatti”!

COME STIMOLARE IL LINGUAGGIO FACENDO IL PRESEPE

COME STIMOLARE IL LINGUAGGIO FACENDO IL PRESEPE

Ciao a tutti!

Rimaniamo in tema natalizio! Ecco a voi alcune strategie per stimolare il linguaggio del vostro bambino facendo il presepe!

Comprensione ed esecuzione di ordini semplici

 

  • Apri la scatola!
  • Prendi la capanna!
  • Passami i pastori!
  • Metti la stella cometa!
  • ecc…

 

Classificazione e categorizzazione

 

  • Prendi tutti i pastori!
  • Passami tutti gli animali!
  • Raggruppa tutti gli alberi!
  • Metti tutte le casette!
  • Prendi tutte le case gialle!
  • Raggruppa tutte le case grandi!
  • ecc…

 

 

Apprendimento dei concetti spaziali

 

Il genitore dice al bambino:

 

  • Metti San Giuseppe qua!
  • Metti i magi là!
  • Metti le pecore vicino al pastore!
  • Metti gli alberi sulla montagna! 
  • Metti la stella sopra la capanna!
  • Metti la Madonnina dentro la capanna!
  • Metti il cane fuori dal recinto!
  • E così via…
Stimolazione del versante lessicale

 

Il genitore denomina tutti gli oggetti, gli animali e i personaggi del presepe e stimola il bambino alla denominazione e acquisizione di nuove parole: capanna, casette, castello dei re magi, montagne, paesaggio, cielo stellato, stella cometa, erba, muschio, recinto, pastori (specificando ad esempio: lavandaia, muratore, venditore, panettiera, ecc…), Gesù bambino, Madonnina, S.Giuseppe, Angelo Gabriele, Magi e così via…

 

 

Stimolazione della capacità di costruzione frasale e delle abilità descrittive

 

Il genitore fornisce il modello adeguato di costruzione frasale descrivendo le azioni che compie insieme al bambino e ciò che accade nel presepe e stimola il bambino nella produzione di frasi corrette e complete, via via più complesse, in relazione all’età. 

 

  • Mettiamo la capanna!
  • Chiudiamo le pecore nel recinto!
  • Sistemiamo i pastori!
  • Guarda! Il pastore osserva le pecore che pascolano!
  • La lavandaia lava i panni nel fiume!
  • I Magi sono usciti dal castello e sono partiti per un lungo viaggio!
  • Tutti si preparano per la nascita di Gesù bambino! 

 

 

Stimolazione delle abilità narrative

 

Il genitore può raccontare al bambino la storia della nascita di Gesù bambino, raccomandandogli di stare attento perché poi dovrà raccontarla lui!

Si può anche decidere di raccontare al bambino la storia della nascita del presepe, sempre chiedendogli poi di raccontarla lui o inventare insieme una nuova storia con i personaggi del presepe e raccontarla poi ai nonni!

E così via…

Apprendimento dei concetti spento/acceso

 

Quando il presepe è al completo, dopo aver sistemato tutte le lucine, il genitore dice al bambino:

  • Tutti sono al buio nel presepe, le luci sono spente!
  • Oh guarda!!! Invece adesso sono tutte accese! Il presepe è tutto illuminato!

 

 

Per ulteriori consigli o informazioni contattami attraverso l’apposito form presente nella sezione “Contatti”!

COME STIMOLARE IL LINGUAGGIO FACENDO L’ALBERO DI NATALE

COME STIMOLARE IL LINGUAGGIO FACENDO L’ALBERO DI NATALE

Il Natale è alle porte! 

Qualcuno ha già fatto l’Albero e molti lo faranno a breve!

Ecco come stimolare il linguaggio del bambino facendo l’Albero di Natale!!!

Comprensione ed esecuzione di ordini semplici

 

 

Il bambino esegue gli ordini che il genitore gli dà: 

  • Apri la scatola!
  • Prendi la pallina!
  • Metti la stella!
  • Passami la renna!
  • ecc…

Sviluppo del lessico

 

 

Il genitore denomina tutti gli oggetti natalizi che li circondano e stimola il bambino alla denominazione e acquisizione di nuove parole: albero di Natale, tronco, rami, pigna, pallina, renna, luci, stella, angioletto, fiocco di neve, campanella, addobbi, ecc…

 

Apprendimento dei colori

 

Il genitore dice al bambino: 

  • Passami la pallina rossa!
  • Prendi la stella dorata!
  • Adesso passami la pallina argentata! 
  • L’albero è verde!
  • Le pigne sono marroni! 
  • ecc…

 

Apprendimento dei concetti uguale/diverso

 

Il genitore dice al bambino: 

  • Trova tutte le palline uguale a questa!
  • Passami una pallina diversa da questa!
  • Passami un addobbo di colore diverso!
  • Passami un addobbo di uguale forma!

 

Apprendimento e Discriminazione delle diverse forme

 

Il genitore dice al bambino: 

  • Guarda! La pallina ha una forma rotonda!
  • Passami tutti gli addobbi che hanno la forma della stella!
  • ecc…

 

 

Apprendimento dei concetti grande/piccolo

 

Il genitore dice al bambino:

  • Questa pallina è grande! Passami una pallina grande!
  • Prendi una pallina piccola!
  • Metti la stella grande!
  • Trova una pigna piccola!
  • ecc…

 

Apprendimento dei concetti spaziali

 

Il genitore dice al bambino:

  • Metti qui!
  • Metti là! 
  • Metti la pallina grande vicino a quella piccola
  • Metti la renna lontano dalla pigna, 
  • Mettiamo la stella in alto sulla punta
  • e così via…

 

 

Apprendimento dei concetti spento/acceso 

 

 

Quando l’albero è al completo il genitore dice al bambino: 

  • Adesso le lucine sono spente!
  • Oh guarda!!! Invece adesso sono tutte accese!

 

 

 

Per ulteriori consigli o richieste contattami attraverso l’apposito form presente nella sezione “Contatti”!

TERAPIA A VIBRAZIONE LOCALE NOVAFON

TERAPIA A VIBRAZIONE LOCALE NOVAFON

Il NOVAFON è un dispositivo medico per la Terapia a Vibrazione Locale, riconosciuto dal Ministero della Salute.

La sua vibrazione raggiunge una profondità di 6 cm nei tessuti.

Ha due livelli di frequenza a seconda dell’obiettivo terapeutico:

  • 50 Hz (per rilassare e decontrarre la muscolatura in presenza di rigidità, tensioni, contratture, spasticità, ecc.)
  • 100 Hz (per migliorare la percezione e la sensibilità, stimolare e tonificare la muscolatura, migliorare la circolazione sanguigna e linfatica, ecc.)

Per ciascun livello di frequenza possiede 3 livelli di intensità.

Il Novafon è dotato di:

  • Testine esterne: Testina Disco, Testina Sfera, Testina Magnetica, Set Sensi-Roller e Reha-Set
  • Testine intra-orali: Pellet Head, Arrow Head, Spoon Head, Tongue Depressor Head, Sensory Spoon, Pellet Head XL, Olive Roller e Training Spoon.

 

 

 

 

 

L’ azione terapeutica delle Terapia a Vibrazione locale prevede:

  • Regolazione del tono muscolare
  • Alleviamento del dolore
  • Stimolazione della circolazione sanguigna e linfatica
  • Stimolazione della sensibilità

 

 

Nella pratica clinica logopedica il Novafon è indicato nel trattamento di:

  • Disturbo articolatorio del linguaggio
  • Squilibrio Muscolare Orofacciale
  • Deglutizione Deviata
  • Dolore Temporo-Mandibolare
  • Disfagia
  • Disprassia
  • Disfonia
  • Paralisi Cerebrale Infantile
  • Paralisi facciale
  • Disturbi neurologici e post traumatici
  • Scialorrea
  • Post intervento frenulo linguale
  • Logopedia Estetica
  • ecc.

 

Il trattamento con Novafon non può essere effettuato in presenza di:

  • Ferite aperte
  • Episodi attuali di Epilessia
  • Arteriosclerosi
  • Impianti metallici (nella regione da trattare)
  • Pace-maker (nelle vicinanze)
  • Pace-maker cerebrali
  • Aritmie cardiache
  • Gravidanza (su pancia e schiena)
  • Trombosi (nella regione da trattare)
  • Patologie Tumorali
  • Infiammazione acuta (nella regione da trattare)    
  • Episodi acuti di patologie dovuti a infiammazioni

 

 

 

 

 

 

Il mio studio è specializzato nella Terapia a Vibrazione locale NOVAFON.

Per ulteriori informazioni o richieste contattami attraverso l’apposito form presente nella sezione “Contatti”!

SVEZZAMENTO: QUALE APPROCCIO?

SVEZZAMENTO: QUALE APPROCCIO?

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) consiglia l’allattamento esclusivo (naturale o artificiale) fino al sesto mese di vita del bambino e raccomanda l’avvio dello svezzamento, quindi, a partire dai 6 mesi d’età. La stessa raccomandazione è condivisa da UNICEF, Ministero della Salute Italiano, American-Academy of Pediatrics (AAP) e IOM (Institute of medicine-USA).

Con il termine Svezzamento o Divezzamento si intende letteralmente “Togliere il vezzo” e quindi il vezzo del latte. Ma dal momento che il latte materno o artificiale non è un vizio, bensì una necessità del bambino sia emotiva che nutritiva è più corretto parlare di Alimentazione Complementare, visto che gli alimenti inseriti vanno ad affiancare e non a sostituire il latte.

 

PRIMO APPROCCIO: SVEZZAMENTO CONVENZIONALE

E’ l’approccio maggiormente conosciuto, avviato su indicazioni del pediatra che rilascia alla famiglia una sorta di “ricetta medica relativa allo svezzamento” e caratterizzato dall’introduzione graduale di cibi prevalentemente sotto forma di omogeneizzati, liofilizzati e baby food, passando poi alle pappe e via via ai pezzetti di cibo fino agli alimenti di consistenza maggiore, secondo un calendario ben definito e assunti attraverso l’utilizzo del cucchiaio (è il genitore ad imboccare il piccolo).
In questo tipo di approccio il ruolo principale è rivestito dal genitore che gestisce completamente l’alimentazione del bambino, la quale avviene solitamente in momenti della giornata differenti rispetto a quelli dei pasti dell’intera famiglia.

 

SECONDO APPROCCIO: AUTOSVEZZAMENTO O ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE A RICHIESTA (ACR)

E’ l’ approccio che prevede, sempre a partire dai 6 mesi, l’inserimento di cibi opportunamente sminuzzati, tagliati a pezzettini, schiacciati, per facilitare la masticazione, in cui il bambino può sia afferrare il cibo da solo che alimentarsi con il cucchiaino.

 

TERZO APPROCCIO: BABY LED WEANING (BLW, svezzamento guidato dal bambino)

E’ l’approccio che prevede, dai 6 mesi di vita, l’inserimento di cibo che viene presentato al bambino nella sua integrità a pezzi di dimensioni e forme appropriate (i cosiddetti finger foods), affinché egli possa afferrarlo con le mani e portarlo alla bocca. Il bambino può utilizzare il cucchiaio, ma il primo strumento sono le sue mani.

 

Nell’ ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE A RICHIESTA e nel BABY LED WEANING è il bambino che assume il ruolo principale di PARTECIPANTE ATTIVO, controllando la propria alimentazione dall’inizio alla fine.
I genitori pianificano quali alimenti salutari proporre al piccolo, ma è lui a decidere se, quanto e con quale velocità mangiare.
E’ di fondamentale importante seguire sempre l’iniziativa del bambino! Tutto deve avvenire a richiesta!
Inoltre, a differenza dello svezzamento tradizionale, il bambino mangia ciò che mangiano i genitori (con le dovute accortezze relative ad esempio a sale, zucchero o cibi che possono provocare allergie o intolleranze) e negli stessi momenti relativi ai pasti della famiglia.

 

 

QUANDO INIZIARE?

PER INIZIARE con l’ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE A RICHIESTA O CON IL BLW è importante:

  • che il bambino mostri curiosità e interesse verso il cibo solido e nel provare ad alimentarsi con cibi diversi dal latte;
  • che sia presente una maturità digestiva, uno dei motivi per cui è importante non iniziare lo svezzamento prima dei 6 mesi d’età;
  • che il bambino abbia acquisito il controllo del tronco, che gli permetta di avere un minimo appoggio o di stare seduto da solo;
  • che il bambino abbia sviluppato la coordinazione oculo-manuale, necessaria per riuscire ad afferrare il cibo o gli oggetti e portarli alla bocca;
  • che siano scomparsi nel bambino i riflessi di apertura della bocca, del vomito, del morso, di estrusione linguale, in modo tale che sia in grado di gestire il bolo e deglutire adeguatamente in serenità.

 

SEGNALI CHE INDICANO CHE IL BAMBINO E’ PRONTO

  • Il bambino mostra curiosità verso il piatto della madre, verso il cibo, verso quello che gli si presenta in tavola;
  • Rivolge costantemente la propria attenzione verso i genitori, i loro piatti, i loro gesti e tende ad imitarli
  • Presenta irrequietezza motoria e vocalica nel momento del pasto;
  • Tende a protrudere il tronco e gli arti verso l’oggetto del desiderio nel tentativo di afferrarlo.

 

 

 

CONSIGLI PER INIZIARE

  • Offrire pezzetti di cibo facili da gestire con le mani e con la bocca, quando il bambino non è affamato (il latte rappresenta ancora una fonte nutrizionale completa) e lasciare che sia il bambino a scegliere quale cibo prendere, se giocarci, annusarlo, portarlo alla bocca, buttarlo o mangiarlo realmente;
  • Mantenere l’attenzione su gioco e sperimentazione: nominare il cibo, giocare con il bambino, ecc.;
  • Far partecipare il bambino al momento dei pasti o della merenda ogni qual volta sia possibile;
  • Accertarsi che il bambino sia in posizione eretta e sicura;
  • Offrire al bambino cibi sicuri, facili da afferrare e vari in consistenza, sapore, colore, ecc.

 

 

 

 

 

 

Per ulteriori consigli o informazioni contattami attraverso l’apposito form presente nella sezione “Contatti”.

 

 

RESPIRAZIONE NASALE vs RESPIRAZIONE ORALE

RESPIRAZIONE NASALE vs RESPIRAZIONE ORALE

La respirazione fisiologica è di tipo nasale e costo-diaframmatica: nella fase inspiratoria l’aria passa attraverso il naso (viene filtrata, riscaldata e umidificata) e si ha la contrazione del muscolo diaframma e l’espansione della gabbia toracica con le spalle che non devono essere sollevate e il petto che non deve essere portato in avanti; nella fase espiratoria il diaframma si rilassa, la gabbia toracica si chiude e l’aria fuoriesce sempre attraverso il naso.

 

 

La respirazione orale fa si che l’aria dall’esterno passi direttamente nella gola senza essere purificata, riscaldata e umidificata.

I benefici della respirazione nasale

 

La respirazione nasale consente:

  • lo sviluppo armonioso della bocca e del linguaggio del bambino;
  • il corretto posizionamento della lingua sul palato;
  • la prevenzione delle infezioni e delle irritazioni delle vie aeree e del cavo orale;
  • aumenta l’apporto di ossigeno al cervello, riducendo il mal di testa e la difficoltà a mantenere la concentrazione;
  • il miglioramento della qualità del sonno evitando russamento e apnee notturne;
  • il miglioramento della funzione uditiva;
  • il miglioramento della funzione fonatoria;
  • un corretto sviluppo muscolare e scheletrico garantito.

 

 

 

 

 

 

 

Cosa provoca la respirazione orale

 

La respirazione orale comporta:

  • aumento di raffreddori, tonsilliti, adenoiditi e otiti: il naso scarsamente utilizzato tende a chiudersi e non venendo l’aria purificata, riscaldata e umidificata si ha un ingrossamento di tonsille e adenoidi, che rappresentano la prima difesa contro le particelle nocive contenute;
  • aumento delle dimensioni del tessuto linfoide che, ingrossandosi, occupa più spazio nella gola rendendo più difficile la respirazione nasale e facendo abituare il soggetto a respirare con la bocca;
  • peggioramento della qualità del sonno con aumento dei risvegli notturni e degli episodi di russamento e apnee notturne; il sonno disturbato comporta irrequietezza, ansia e disturbi attentivi;
  • digestione più lenta perché il soggetto ingerisce aria; si possono manifestare mal di pancia, episodi di colite o stitichezza, disturbi alimentari quali obesità o eccessiva magrezza;
  • alterazione della meccanica respiratoria, in quanto il soggetto tende ad abbandonare la respirazione costo-diaframmatica utilizzando una respirazione esclusivamente toracica; inoltre può determinare una respirazione più corta e superficiale, alterazioni del ritmo respiratorio e iperventilazione;
  • squilibrio muscolare e scheletrico generale, per un gioco di leve e catene muscolari che mette in relazione lo sviluppo muscolo-scheletrico della bocca e posturale di tutto il corpo.

 

 

Conseguenze della respirazione orale di interesse logopedico

  • Posizione bassa della lingua che si adagia sul pavimento della bocca per favorire l’entrata dell’aria; la costante postura bassa della lingua non favorisce l’espansione fisiologica del palato, che cresce alto e stretto, vi è un allungamento del volto, un arretramento e restringimento delle ossa mandibolari e un affollamento dei denti, infatti l’arco dentale superiore acquisisce la forma di una “V” e i denti non hanno spazio per allinearsi;
  • deglutizione deviata, perché la lingua, non posizionandosi correttamente sul palato, quando si ingoia tende a spingere in avanti con la punta contro i denti; la forza prodotta dalla spinta può causare nel tempo problematiche odontoiatriche quali malocclusioni, morso aperto o recidive ai trattamenti ortodontici;
  • squilibri posturali determinati da alterata postura e funzionalità linguale;
  • labbra ipotoniche dovute al fatto che rimangono sempre aperte per far entrare l’aria e, in alcuni casi, presenza di scialorrea;
  • muscoli masticatori meno forti e competenti con difficoltà, in alcuni casi, nella masticazione di cibi solidi e conseguente compromissione della corretta e sana alimentazione;
  • possibile alterazione della voce (disfonia) a causa della prevalente respirazione toracica e sensazione di maggiore sforzo nel parlare; inoltre, non essendo la mucosa del naso più sollecitata dal passaggio dell’aria, tende a diventare molle, dando la sensazione di chiusura anche quando non si ha il raffreddore e causando il timbro di voce nasale tipico di chi è raffreddato.

 

Respirazione nasale

 

Respirazione orale

 

 

 

 

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QUANTE PAROLE DICE IL MIO BAMBINO?

QUANTE PAROLE DICE IL MIO BAMBINO?

Il numero di parole che il bambino produce è uno degli indicatori più importanti per valutare lo sviluppo del linguaggio. A 18 mesi il bambino dovrebbe produrre almeno 15 parole e a 24 mesi almeno 50 parole…

 

 

Ma come si contano le parole prodotte?

 

Spesso i genitori tendono a considerare “parole” solo quelle prodotte in modo corretto, ma in realtà non è così! Bisogna considerare “parola” qualsiasi produzione verbale che il bambino emetta in modo stabile e spontaneo (non su ripetizione) e che utilizzi in modo funzionale, cioè attribuendole un significato ben preciso!

Cosa inserire, quindi, nel conteggio?

 

Tutte le seguenti produzioni:

  • suoni onomatopeici: “bau” per cane, “bee” per pecora, “brum” per auto, “tu-tu” per treno, ecc.;
  • approssimazioni verbali: “a-a” o “appa” per acqua, “pappa” per pasta, “bo” per bolle, “pa” per palla, ecc.;
  • parole prodotte in due o più lingue diverse anche se indicano lo stesso oggetto: “car” e “auto” vengono conteggiate come due parole e non come una sola, così come “ball” e “palla”, ecc…;
  • suoni, sillabe o parole inventante o storpiate ma prodotte spontaneamente in modo funzionale e stabile. 

 

Cosa non si può conteggiare?

 

Non possono essere inserite nel calcolo le parole che il bambino produce su ripetizione (anche se queste vengono ripetute in modo corretto), ma poi non utilizza spontaneamente in modo funzionale all’interno della propria quotidianità. Se, quindi, il genitore o l’adulto dice al bambino “Ripeti CASA” e il bambino ripete la parola in modo corretto, ma poi non la utilizza nel proprio linguaggio spontaneo a scopo comunicativo, non può essere considerata una parola prodotta.

 

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