Il numero di parole che il bambino produce è uno degli indicatori più importanti per valutare lo sviluppo del linguaggio. A 18 mesi il bambino dovrebbe produrre almeno 15 parole e a 24 mesi almeno 50 parole…

 

 

Ma come si contano le parole prodotte?

 

Spesso i genitori tendono a considerare “parole” solo quelle prodotte in modo corretto, ma in realtà non è così! Bisogna considerare “parola” qualsiasi produzione verbale che il bambino emetta in modo stabile e spontaneo (non su ripetizione) e che utilizzi in modo funzionale, cioè attribuendole un significato ben preciso!

Cosa inserire, quindi, nel conteggio?

 

Tutte le seguenti produzioni:

  • suoni onomatopeici: “bau” per cane, “bee” per pecora, “brum” per auto, “tu-tu” per treno, ecc.;
  • approssimazioni verbali: “a-a” o “appa” per acqua, “pappa” per pasta, “bo” per bolle, “pa” per palla, ecc.;
  • parole prodotte in due o più lingue diverse anche se indicano lo stesso oggetto: “car” e “auto” vengono conteggiate come due parole e non come una sola, così come “ball” e “palla”, ecc…;
  • suoni, sillabe o parole inventante o storpiate ma prodotte spontaneamente in modo funzionale e stabile. 

 

Cosa non si può conteggiare?

 

Non possono essere inserite nel calcolo le parole che il bambino produce su ripetizione (anche se queste vengono ripetute in modo corretto), ma poi non utilizza spontaneamente in modo funzionale all’interno della propria quotidianità. Se, quindi, il genitore o l’adulto dice al bambino “Ripeti CASA” e il bambino ripete la parola in modo corretto, ma poi non la utilizza nel proprio linguaggio spontaneo a scopo comunicativo, non può essere considerata una parola prodotta.

 

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