La balbuzie è «un disordine nel ritmo della parola per cui il paziente sa cosa vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un suono che hanno carattere di involontarietà». (O.M.S., 1977)

I bambini nascono con una predisposizione alla balbuzie, ma è la combinazione di più fattori (fisiologici, genetici, ambientali, cognitivi, linguistici ed emotivi) a determinarne l’esordio, lo sviluppo e la severità.

 

Quando si manifesta?

 

La balbuzie insorge tipicamente in età infantile quindi tra i 2 e i 6 anni. Quando si manifesta nei bambini di età compresa tra i 2 e i 4 anni può trattarsi di balbuzie fisiologica.
In questo periodo infatti, il bambino che sta sviluppando via via il linguaggio inizia ad esprimere concetti più difficili e astratti, a descrivere momenti lontani nel tempo, ma le sue abilità linguistiche non sono ancora mature e quindi può capitare che “si inceppi” , tendendo perlopiù a ripetere il suono o la sillaba iniziale della parola. Egli non è consapevole di quanto accade.
Nella maggior parte dei casi, la balbuzie fisiologica scompare entro i 18 mesi circa dall’insorgenza.

 

Balbuzie evolutiva

 

Quando la balbuzie non si risolve entro i 18 mesi dalla data della sua comparsa potrebbe trattarsi di balbuzie evolutiva.
In questo caso, oltre alla ripetizione del suono o della sillaba iniziale, il bambino potrebbe presentare, ad esempio, prolungamenti, interruzioni, blocchi o arresti iniziali e tensione muscolare associata.

 

Come si manifesta?

 

La balbuzie può manifestarsi in diverse forme. Le più frequenti sono:

  • Forma tonica: arresto a inizio frase con allungamento della sillaba o del fonema difficile da pronunciare (es. CCCCCasa);
  • Forma clonica: invece del prolungamento si ha la ripetizione della sillaba iniziale (es. CA-CA-CA-Casa);
  • Forma mista: allungamento e ripetizione si sommano, fino a rendere quasi impossibile la comunicazione (es. CC-CA-CA-S-S-SA).

 

E’ ereditaria?

 

La balbuzie ha una forte componente ereditaria. Infatti, la percentuale di familiarità è di circa il 70% ma ciò che viene trasmessa è la predisposizione allo sviluppo della balbuzie e non la sua gravità!

Quando intervenire?

 

E’ opportuno effettuare una consulenza logopedica se sono presenti uno o più dei seguenti fattori di rischio:

  • componente ereditaria (genitori, fratelli, parenti che hanno avuto o presentano ancora balbuzie);
  • balbuzie insorta in un maschio (a differenza delle femmine, i maschi hanno una prognosi più sfavorevole);
  • balbuzie insorta dopo i 3 anni e mezzo (è più alto il rischio che diventi cronica);
  • balbuzie continua senza risoluzione spontanea;
  • presenza di ripetizioni o prolungamenti associati a blocchi, spasmi muscolari, tic o tremolii soprattutto a livello della bocca e della mandibola;
  • consapevolezza del disturbo da parte del bambino;
  • tendenza a rinunciare a parlare.

 

Alcuni consigli per i genitori

 

  • Parla con tuo figlio in modo calmo, facendo frequenti pause. Prima di iniziare a parlare, aspetta ancora alcuni secondi dopo che tuo figlio abbia finito di parlare. Il tuo parlare lento e rilassato sarà più efficace di ogni critica o suggerimento del tipo “rallenta” o “prova di nuovo lentamente”, perché darà lui il modello corretto.
  • Riduci il numero delle domande che fai a tuo figlio. Invece di fare domande, puoi semplicemente commentare qualcosa detta dal bambino, in modo che capisca che lo hai ascoltato.
  • Usa l’espressione facciale e i movimenti del tuo corpo per comunicare a tuo figlio, quando balbetta, che stai ponendo attenzione a cosa sta dicendo più che a come lo sta dicendo.
  • Riserva un po’ di tempo ad un regolare spazio quotidiano in cui puoi dare attenzione completa a tuo figlio. Durante questo tempo, lascia che sia lui a scegliere cosa gli piacerebbe fare. Lascia che ti diriga nelle attività, e decida da solo se parlare o meno. Quando ti rivolgi a lui in questo momento particolare, usa un linguaggio lento, calmo e rilassato, ricco di pause. Questi tempi tranquilli, calmi, creano sicurezza nei bambini piccoli, li aiutano a capire che un genitore prova piacere nella loro compagnia. Quando il bambino cresce, può essere uno spazio in cui prova piacere a parlare con un genitore dei suoi sentimenti e delle proprie esperienze.
  • Aiuta tutti i membri della famiglia ad imparare a rispettare i turni nel parlare e nell’ascolto. I bambini, e specialmente quelli che balbettano, quando ci sono poche interruzioni e quando hanno l’attenzione degli ascoltatori, scoprono che è molto più facile parlare.

 

Per ulteriori consigli o informazioni contattami attraverso l’apposita sezione!